Suoni Floreali
Musica e ricerca – Dal 21 al 25 maggio il compositore Francesco Mantero vestirà con il suo “racconto sonoro” il Sonic Pangea Garden
Il Lario in primo piano al “Chelsea Flower Show”
Torna dal 21 al 25 maggio “Chelsea Flower Show”, la fiera della floricoltura più rinomata al mondo. La spettacolare esposizione, promossa dalla Royal Horticultural Society, richiama ogni anno a Londra appassionati da tutta Europa.
Dopo l’esperienza dello scorso anno con Orticolario a Villa Erba, Francesco Mantero (nella foto, nel suo studio) sarà presente anche in questa occasione con le sue ambientazioni sonore; un apprezzato “cacciatore di suoni” a cui in questa manifestazione è stato affidato il compito di musicare il Sonic Pangea Garden: «Ho immaginato – racconta il musicista comasco – un percorso nel bosco mitologico di Pangea. Un racconto sonoro di un cammino nel quale ci sorprendono foglie che vorticano nel vento, un ruscello, lo sciamare di un calabrone, uno stormo di uccelli. Con questi campioni da me raccolti e rielaborati in studio ho costruito la composizione finale dal titolo Pangea».
Un progetto che nasce grazie alla collaborazione con Stefano Passerotti, garden designer che aveva già lavorato con Mantero a Villa Erba. «Devo ringraziare – dice Mantero – anche Anna Piussi, premiata nel 2012 a Orticolario per il miglior giardino esposto, per avermi cercato anche per una rassegna così importante, che ogni anno chiama nella “City” oltre 150mila visitatori. Insomma, tra noi è nata una bella collaborazione professionale che sta dando ottimi risultati».
Ma come nasce una ambientazione sonora per un luogo naturale come quello di un giardino? «Si attinge dalla natura stessa, dalla materia prima, da un colpo di vento – spiega Mantero – registrando suoni e rumori che spesso hanno una musicalità davvero sorprendente, che poi vengono lavorati in studio per arrivare a costruire una struttura vera e propria. I primi test per riprodurre il Pangea Garden che verrà esposto a Londra con tutti gli elementi sonori ai quali ho lavorato li abbiamo fatti a Torre del Lago, in Toscana».
Tutto però nasce dall’arte visiva, i primi lavori di ambientazione sonora di Mantero arrivano da qui: «Ho sempre lavorato a stretto contatto con l’artista che esponeva per entrare in simbiosi con le sue opere, per creare un percorso ad hoc, contestualizzato con il temi esposti, sia in alcune occasioni a Venezia sia recentemente con la pittrice comasca Ester Negretti, per la quale ho dato “voce” ad alcune sue installazioni».
Magari non sarebbe male pensare a una operazione in questo senso per la mostra di Villa Olmo dedicata al genio del Futurismo comasco Antonio Sant’Elia: «Sarebbe uno stimolo eccezionale per me, davvero interessante. Anche perché – aggiunge il compositore – sarebbe un’occasione molto affine alla modalità con cui lavoro: un luogo che va reso tridimensionale, anche nel suono, studiando un percorso adeguato, magari basato sui suoni ambientali della città, restando in equilibrio con i temi proposti dalla mostra e integrandosi con l’ambiente. Una mostra d’arte è una delle situazioni migliori per sperimentare questi percorsi dove la musica non è un sottofondo ma piuttosto una sorta di guida naturale».
Intanto Mantero tornerà in Laguna, a Venezia: «Anche qui, sull’isola di San Francesco del Deserto, contestualmente alla Biennale e sempre con Passerotti, collaborerò a una mostra voluta dal ministero dei Beni Culturali, musicando un altare costruito come inno alla natura».
Maurizio Pratelli